Negli ultimi giorni la Juventus ha fatto parlare di sé… ma non per una partita.

L’incontro tra una delegazione bianconera e Donald Trump alla casa bianca ha acceso i riflettori e diviso il pubblico.

C’è chi parla di una grande operazione di marketing internazionale.

C’è chi la vede come una mossa rischiosa per l’immagine del club.

Come filmmaker e comunicatore, sono sempre curioso di analizzare il potere delle immagini e della narrazione… anche e soprattutto fuori dal set. 🎥

Nella giornata di ieri 18 giugno 2025 la squadra piemontese ha incontrato inaspettatamente il presidente degli Stati Uniti d’America alla Casa Bianca, suscitando la curiosità di alcuni e lo sdegno di molti.

Presenti con il POTUS repubblicano eletto lo scorso novembre c’erano, oltre che alcuni giocatori della Juventus anche i dirigenti Scanavino, il neoeletto Comolli oltre che John Elkann e Giorgio Chiellini.

Cameo ulteriore quello di Gianni Infantino, celebre Presidente FIFA.

Il presidente si è congratulato stringendo la mano di Weston McKennie e Timothy Weah, calciatori statunitensi della Juve e augurando il meglio a le squadre che stanno partecipando a questo mondiale per CLUB.

L’incontro è avvenuto con la solita folla di giornalisti che appena possibile hanno inondato Trump di domande circa la guerra e i bombardamenti recenti tra Iran e Israele.

Palpabile lo stupore nelle facce dei giocatori, tra cui Locatelli, Vlahovic, Koopmeiners, Gatti oltre che dell’allenatore Igor Tudor.

Tra l’incredulità generale i giornalisti si sono spinti a lidi più legati allo sport ma sempre dalla trama scandalistica e hanno chiesto al POTUS cosa ne pensasse degli atleti con disforia di genere, se fosse d’accordo sul farli giocare.

E qui si vede la genialità quanto semplicità dell’uomo dai capelli gialli, nel rilanciare la domanda ai ragazzi della Juve, che stavano dietro di lui a dare una cornice tragicomica alla pallottola spuntata.

Nel silenzio generale, il tycoon ha indirizzato l’attenzione direttamente verso i dirigenti che si trovavano alla sua sinistra, Maurizio Scanavino e Comolli.

Buona la risposta del francese: “We have a strong Women’s Team”

Alla quale Trump replicò: “But should they compete with men?”

Silenzio tombale, livelli alla “The Office” con Scanavino che accenna un cenno col capo, a metà tra il sì e il “guarda zio ti sopporto giusto perchè sei mio zio ma hai detto una cazzata grande così…”

Secondo te è stata una geniale mossa di marketing o l’ennesimo Tone of Voice sbagliato da parte del club italiano?

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